Il Fondo Monetario Internazionale vuole dire addio al forfettario? Facciamo chiarezza.
Negli ultimi giorni ha fatto parecchio rumore la notizia che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) avrebbe suggerito all’Italia di abolire il regime forfettario, la forma più semplificata di attività economica presente nel nostro Paese. Il provvedimento richiesto rientrerebbe in una serie di misure che dovrebbero razionalizzare il sistema fiscale italiano, alle prese con voci di spesa giudicate superflue e rendite catastali che necessitano di aggiornamento.
Ma cosa c’è di vero? E soprattutto: i forfettari di oggi e di domani devono iniziare a preoccuparsi?
Vediamolo insieme, senza farci prendere dal panico.
Cosa ha detto il FMI

Durante una recente valutazione sull’economia italiana, con tanto di relazione pubblicata il 29 maggio scorso, il FMI ha lanciato un messaggio chiaro: la flat tax, cioè la tassa a percentuale fissa che caratterizza il regime forfettario (5% per i primi 5 anni, poi 15%), potrebbe creare disequilibri tra i contribuenti e di fatto ridurre le entrate statali, di conseguenza andrebbe superata.
In pratica, secondo il Fondo, chi aderisce al regime forfettario pagherebbe troppo poco rispetto ad altri soggetti economici con redditi simili che per varie motivazioni devono aderire al regime ordinario, ne sono un esempio le SRL semplificate.
Questo, alla lunga, genererebbe ingiustizie fiscali e potrebbe scoraggiare l’uscita dal regime forfettario anche quando l’attività registra una crescita di fatturato e di forza lavoro disponibile. Infatti, una volta che vengono a mancare i requisiti per restare nel regime forfettario, primo tra tutti il limite di fatturato annuo di 85mila euro, allora il libero professionista o l'impresa deve passare al regime ordinario, con un inevitabile innalzamento delle aliquote previste.
Ma il regime forfettario verrà davvero cancellato?
Al momento no. Non c’è ancora nessuna proposta concreta di legge, né un'ipotesi avanzata dal Governo.
Quello del FMI non è un obbligo, bensì una serie di suggerimenti e consigli per migliorare il sistema tributario italiano. Va detto però che, quando un organismo come il FMI si esprime in modo così netto, è possibile che nei prossimi mesi il tema venga discusso in Parlamento. Magari non per eliminare del tutto il regime ma per modificarlo o renderlo meno “sbilanciato” rispetto agli altri sistemi fiscali.
Bisogna inoltre considerare che le forze di centrodestra al momento al comando del Paese sono sempre state favorevoli ad una tassazione "flat", ma se il centrosinistra dovesse tornare al Governo potrebbe far prevalere la sua preferenza verso un sistema di contribuzione progressiva che non si sposa così bene con il regime forfettario agevolato.
Cosa potrebbe succedere (e cosa no)
Non sappiamo ancora cosa deciderà questo Governo e quelli futuri, ma possiamo ipotizzare alcuni scenari:
Revisione delle soglie di accesso al forfettario: se oggi il limite da non eccedere è pari a 85000 euro potrebbe ad esempio tornare ai 65000 euro, ovvero alla soglia precedente ritoccata dal Governo Meloni in occasione della Legge di Bilancio 2023;
Aumento dell'imposta sostitutiva: ad oggi per i primi 5 anni l'imposta sostitutiva è pari al 5%, aumentando poi al 15% dal sesto anno in poi. Considerando che ad oggi il primo scaglione dell'IRPEF prevede una tassazione del 23% per i redditi fino a 28000 euro, salendo poi al 35% e al 43% negli scaglioni successivi, il Governo potrebbe decidere di innalzare le aliquote previste per i forfettari per "ridurre il gap" rispetto alla tassazione ordinaria;
Ridefinizione dei benefici fiscali, magari in base al tipo di attività o ai costi reali: ad oggi non tutte ma molte attività economiche come le microimprese o i liberi professionisti, in particolare in campo digitale e tech, possono beneficiare del regime forfettario. Il Governo italiano potrebbe rimodulare i requisiti di accesso alle agevolazioni basandosi sul Codice ATECO assegnato (non perderti la nostra news dedicata che spiega a cosa ci stiamo riferendo) oppure ai costi dichiarati e sostenuti.
Quello che è molto improbabile, almeno nel breve periodo, è una cancellazione totale e improvvisa del regime forfettario.
Si tratta infatti di un sistema a cui aderiscono, secondo i dati forniti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze poco prima delle dichiarazioni del FMI, ben 1,9 milioni di Partite IVA (dato aggiornato al 2023) ovvero il 51% del totale, con una percentuale di incremento del 6,5 cento rispetto all'anno precedente. Senza contare che aderendo al regime forfettario le partite IVA hanno dichiarato mediamente l'11,4 per cento in più di redditi percepiti, segnando quindi un aumento di imposte riscosse dallo Stato sebbene la tassazione sia più bassa rispetto ad altri contribuenti.
In sintesi, il regime forfettario ha semplificato la vita a tantissimi professionisti e microimprese, e un’abolizione improvvisa creerebbe non pochi problemi.
Non solo: la tendenza italiana, prima del report del Fondo Monetario Internazionale, andava verso un allargamento della platea di partite IVA idonee a richiedere il regime forfettario in quanto è di pochi mesi fa la notizia di un possibile innalzamento del limite reddituale a 100mila euro.
Un provvedimento che va di pari passo con il boom di nuove professioni, sopratutto nel campo dei social media e dell'intelligenza artificiale, e con il modus operandi di molte aziende italiane che si rivolgono a consulenti esterni e Partite IVA per ridurre le uscite dovute a contributi e oneri sociali normalmente erogati per un lavoratore dipendente.

Cosa fare adesso?
Se sei già un professionista forfettario, non farti prendere dal panico. Continua a lavorare e fatturare come sempre e tieniti aggiornato sulle ultime novità in campo economico e fiscale, senza lasciarti travolgere dai titoloni e notizie "acchiappa-clic". Noi di Fatturra continueremo a seguire la questione da vicino, per darti info semplici, veloci e sempre aggiornate. Se hai dubbi, domande o vuoi richiedere una consulenza senza impegno, possiamo guidarti verso la via della chiarezza e della serenità. Vai nella sezione "Contatti", stiamo solo aspettando di conoscerti e aiutarti!